Il 28 giugno del 2023 io e mio cugino Edoardo, compagno di mille avventure, abbiamo noleggiato un Ducato, caricato tra Roma, Santa Marinella e Tarquinia le mie cose e le abbiamo portate nel bilocalino che nel frattempo avevo affittato a Torino, ovviamente con l’inseparabile compagnia dei miei due gatti Robin e Aurora.

Dopo un anno senza fissa dimora, in parte in un ufficio a Torino in piena Chinatown, in parte a Tarquinia ospite nella villa di un mio amico fraterno, Cristiano, vissuto principalmente di NASPI e qualche lavoretto occasionale, ricominciare una nuova vita a Torino mi ha dato quella sensazione di poter mettere radici da qualche parte e cominciare un progetto di vita nuovo che è stato in grado di esaltarmi. Nonostante mi fossi lasciato alle spalle i miei affetti più grandi – mia sorella e mio cognato, Cristiano, Luciana, la mia ragazza che avevo appena iniziato a frequentare – qui avrei trovato altrettanto grandi amici, soprattutto Alessandro, i miei parenti più importanti dopo mia sorella – Edoardo e i suoi genitori – e la possibilità di lavorare serenamente a progetti di scrittura, miei e per conto terzi.

E così, nel mio bilocalino da 50mq, in un quartiere tranquillo in una via ancora più tranquilla, ho avuto modo di lavorare a un libro da ghost, ad almeno 5-6 progetti di storytelling aziendale, a un programma televisivo in 6 puntate, trovando anche il tempo di iscrivermi a un corso di stand up comedy che mi ha impegnato tutti i lunedì e buona parte dei martedì sera, regalandomi nuovi amici e facendomi esibire già 5 volte, superando il mio terrore del pubblico. Ho anche ripreso in mano progetti creativi miei tenuti in sospeso, alcuni da anni, soprattutto di narrativa, ma anche questo sito stesso, mai veramente sfruttato.

Purtroppo, in questa casa è successa anche una cosa orribile: a febbraio il mio grande amico Robin è morto nel giro di una settimana per gravi problemi alle vie urinarie, e da allora siamo rimasti solo io e Aurora, che considerando i 13 anni che ha e l’obesità che l’affligge non mi dà grandi rassicurazioni sulla propria longevità, però ce la godiamo e al momento sembra avere ottima salute.

Infine, cosa forse più importante di tutte, qui a Torino ho trovato un’ottima assistenza sanitaria, che sta molto mitigando i miei problemi che mi affliggono dall’adolescenza, a intervalli irregolari e con livelli di gravità variabili. Parlare della malattia mentale è qualcosa che nel mio ambiente non si fa, soprattutto se non sei un grande nome, uno già arrivato, bensì uno che ogni singolo lavoro commissionato se lo deve sudare. È sinonimo di inaffidabilità, ritardi nelle consegne, lavori mal eseguiti, e in caso di assunzioni paura di impossibilità di licenziamento per vertenze difficili da vincere. Nei casi più meschini, i problemi mentali si possono associare anche al portare sfortuna, mettere malumore e negatività e cose del genere. Nel mio caso non è mai stato così, avere una commissione che mi valorizzasse ed esaltasse nella creatività è sempre stato un motivo per stare meglio e uno sprone a superare i miei limiti, aumentando anche il buonumore. L’unica cosa che ha risentito di queste fasi è stata la creatività personale. Dedicarmi a progetti personali senza una commissione, delle scadenze, delle supervisioni, dove insomma dovevo autoregolamentarmi, era davvero troppo. E così, ho finito col produrre molto poco di mio, purtroppo, rimandando ogni idea a tempi migliori, appuntandomela in qualche file o foglietto.

Dovevo rimettermi in sesto seriamente e ho trovato la giusta attenzione, e posso dire che, a parte qualche piccolo effetto collaterale, erano moltissimi anni che non mi sentivo così bene, lucido, presente, propositivo.

Non posso dire di aver risolto tutti i problemi economici, sono pur sempre una partita IVA a regime forfettario, ma me la cavo discretamente bene e le prospettive nel breve termine sono ancora migliori.

La città me la godo poco, sono poco socievole, esco poco e solo se sollecitato, ma ci sto bene. Ho scoperto degli scoiattoli vicino a casa mia e porto loro delle noci, di tanto in tanto, e ogni tanto mi lancio in lunghe passeggiate in bicicletta. Però a Torino mi ci sento inspiegabilmente a casa, come se ci avessi vissuto ben più dei tre anni che effettivamente ci sono stato.

Chiedo scusa per il fiume di chiacchiere inutili, in fondo ridanno al blog la funzione per cui è nato, un diario digitale pubblico. Consideratelo un prolisso ritorno alle origini, e un aggiornamento sulla mia situazione per chi non mi sente da tanto tempo.

Un paio di aggiornamenti sul sito:

  • Il primo racconto in ebook è pronto e in fase di revisione Kindle, dovrebbe essere disponibile in un paio di giorni al massimo. Ho scelto per cominciare un racconto che, francamente, neanche ricordavo di aver scritto e non leggevo da molti anni. L’ho editato un po’ e l’ho scelto per dare il via alle pubblicazioni.
  • Per i podcast si sta delineando la linea editoriale (svariati format sotto un unico cappello a cadenza variabile) e sto prendendo confidenza con gli strumenti. Servirà ancora un po’ di tempo per vedere e sentire qualcosa, ma non disperate.

Bene, credo che sia tutto.

Share

Di Dario